Ettore e Andromaca ieri e oggi. La guerra in Ucraina e noi.

Ettore e Andromaca, Giorgio De Chirico, 1917

Un uomo saluta moglie e figlio forse per l’ultima volta, da qualche parte in Ucraina, oggi.

Immagini molto diverse, ma profondamente simili. Ce ne siamo resi conto studiando l’epica, leggendo l’Iliade. Perché a scuola si fa anche questo: si studia l’epica, si legge l’Iliade.

Sembrano storie polverose e antiquate, inutilmente cruente, finché il mito non squarcia le pagine dei libri e ce lo ritroviamo nel salotto di casa, impresso nei nostri occhi attraverso le immagini trasmesse da internet, dalle televisioni. Allora la realtà della guerra ci sconvolge, non abbiamo gli strumenti per decifrarla, la forza di guardarla in faccia.

Ma la poesia e l’arte, che hanno dato voce ai sentimenti degli uomini del passato, esistono per dare voce anche ai nostri. Ed è attraverso il poema di Omero, come attraverso alcuni quadri che s’ispirano all’episodio di Ettore e Andromaca, che ci è possibile fraternizzare con il dolore di tante famiglie spezzate, con la paura e il coraggio degli oppressi. Ma anche dare un nome alla nostra paura, alla nostra speranza, diventando più forti e consapevoli. Ecco come ci abbiamo provato:

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“A me personalmente l’episodio suscita molta tristezza perché è l’addio di due persone che si amano ed Ettore deve andare a combattere per proteggere la sua famiglia e la sua città. 

Nel vedere la foto del soldato ucraino che saluta i familiari oltre a molta tristezza provo anche molta rabbia: abbiamo detto molte volte che la storia ci dovrebbe insegnare qualcosa ma questa è l’ennesima e spero ultima volta dove si dimostra che in fondo non a tutti la storia insegna. 

Io molte volte cerco di immedesimarmi in loro e veramente mi fa male anche il solo pensiero che tanti uomini ucraini solo per difendere la loro terra e la loro famiglia debbano morire, ma anche che muoiano donne e bambini e civili innocenti. 

Se io fossi una protagonista di questa scena non potrei provare altro che orrore, tristezza e speranza. 

Mi colpisce il fatto che nel quadro di De Chirico gli uomini vengano rappresentati come manichini, secondo me per vari motivi: il primo è quello che col passare del tempo gli uomini hanno perso la propria personalità e il secondo è che a causa della guerra gli è stata strappata la libertà, gli sono state portate via la felicità e gli affetti, perciò sono come svuotati. 

Le mie paure sono quelle che la guerra si possa spostare verso l’Italia e soprattutto che si torni al modo antico di conquista, cioè quando si toglieva la libertà. 

Mentre le mie speranze sono che la storia insegni veramente qualcosa e spero che lo faccia anche per le persone con l’animo cattivo, cambiandole davvero”. 

Giulia Conti 1F 

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Ettore e Andromaca è un mito che racconta dell’ultimo saluto dell’eroe alla famiglia. Questa scena dell’addio  mi suscita tristezza perché Ettore saluta la famiglia forse per l’ultima volta dato che deve andare a combattere per la patria, lasciando moglie e figlioletto da soli. 

In Ucraina sta avvenendo una guerra, allora il governo sta chiamando tutti gli uomini per difendere la propria nazione. Le donne come Andromaca si prendono cura dei propri figli. 

Il soldato ucraino, come Ettore, deve salutare la propria famiglia e nel loro saluto e nel loro abbraccio vedo tanto amore e bene  ma da una parte anche dolore e tristezza.  

Se mi immedesimo in loro provo tanto dolore perché perdere il babbo è una cosa indescrivibile che non si può pensare che accada. 

Ci sono molti quadri che rappresentano la scena di Ettore e Andromaca ma uno in particolare mi ha colpito ed è quello dipinto da De Chirico. 

Il quadro rappresenta i due come manichini poiché la guerra ha portato via tutto; come oggi in Ucraina non sta portando cose positive ma soltanto negative. 

  La guerra ha portato via a tante persone la casa, la scuola , il lavoro, gli amici e i propri cari e ho tanta paura che possa succedere anche a me. 

La mia speranza è che la guerra finisca al più presto possibile e che torni la pace. 

Mattia Pratesi 1F

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“L’episodio di Ettore e Andromaca mi suscita dispiacere nei confronti della loro famiglia perché mi immedesimo in loro; mi colpisce di più Ettore perché lui sa già che morirà ma non si arrende, nonostante la tragica situazione che vive con i suoi familiari e la guerra. L’ immagine mi rattrista un sacco e penso che l’uomo non abbia imparato nulla dalla storia visto che ripete sempre gli stessi errori; inoltre  penso che dire addio alla famiglia per una stupida guerra sia alquanto drammatico. Se fossi un membro di quella famiglia probabilmente direi addio nella maniera migliore possibile ma ci metterei moltissimi anni a riprendermi dal “lutto”. Secondo me nel quadro di De Chirico i personaggi sono  rappresentati come dei manichini anche perché si fanno modellare dalla guerra: la guerra li cambia, gli toglie le forze, i sogni. Di fronte a ciò avrei solo una paura che è quella di perdere qualcuno della mia famiglia o qualcuno a cui tengo. La mia speranza è credere nella giustizia perché di solito chi fa il bene non deve pagare le conseguenze di nulla, a differenza di chi fa il male e viene punito. Inoltre dopo aver sofferto si può anche migliorare il proprio carattere, come per esempio dopo la pioggia c’è sempre l’arcobaleno: per questo spero che chi ora sta soffrendo in qualche modo ne esca migliore”.  

Giada Ferrero 1F 

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“Negli ultimi anni stiamo lottando  senza mai fermarsi: prima una guerra contro un avversario invisibile, il covid, non ancora terminata; poi la guerra fra Russia e Ucraina, scene che non ci sembrano vere negli anni 2000, ci immaginiamo quasi di vedere un film ma in realtà è tutto vero. Sono avvenimenti che troviamo sui libri di storia e epica come l’ episodio di Ettore e Andromaca, ma ora molto vicini a quello che ci fanno vedere in tv. Ettore lascia sua moglie ed il figlio Astianatte per combattere contro gli Achei e difendere il suo popolo. È una scena commovente che ci mostra la forza di volontà dell’ uomo e la moglie che cerca di convincere il marito a restare con loro per evitare la morte. Ettore prova dolore per la famiglia ma non può fare a meno di difendere la sua patria e con coraggio andrà in guerrra. Oggi stesso ci troviamo di fronte ad immagini molto simili, famiglie costrette a dividersi, uomini e ragazzi molto giovani, incapaci di usare armi, che devono farsi forza e coraggio sia per lasciare i cari che per lottare contro i nemici. Cerco di immedesimarmi nelle loro condizioni, sarebbe una scelta difficile e triste… vedrei mio fratello di appena 18 anni costretto ad affrontare la guerra senza sapere come fare, ma certo di fronte avrebbe sempre la paura della morte. Cercherei in ogni modo di convincere i miei familiari a seguire me e mia mamma verso la libertà ma credo che sarebbe tutto inutile. Davanti ad una guerra ognuno di noi si sente abbandonato ed indifeso, non ci sono più la vita di tutti i giorni , le nostre passioni, i sogni… diventiamo dei manichini con l’unico obiettivo che tutto finisca presto. Qualche giorno fa  ero in macchina con mia mamma ed una psicologa alla radio spiegava che la guerra di oggi si può paragonare alla favola di Cappuccetto Rosso che non doveva fidarsi del lupo, del cattivo… ma alla fine arriva il cacciatore… insomma, voleva far capire che bisogna sempre lottare per la pace, la vita ci riserva prove difficili e crudeli ma dobbiamo credere al bene e raggiungerlo, deve trionfare sempre”. 

Matteo Marini 1F 

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        “L’addio tra Ettore e Andromaca mi suscita dispiacere ma allo stesso tempo stima per Ettore perché comunque lui è andato in guerra per difendere la sua famiglia e la sua patria; questo addio si può ricollegare all’evento che oggi si sta svolgendo in Ucraina, dove molti uomini devono salutare la propria famiglia per andare a combattere. Ciò  mi suscita molto dispiacere e il pensiero che questa guerra sia reale è sconfortante. 

Sinceramente io non riesco ad immedesimarmi del tutto in loro, ma quel poco basta per capire quanta paura provano a stare lì, tra i bombardamenti dell’esercito russo; comunque se io fossi uno dei protagonisti di questa scena farei come hanno fatto Ettore ed alcuni uomini ucraini, anche se con molta paura. 

Secondo me nel quadro di De Chirico sono rappresentati Ettore e Andromaca come dei manichini perché ormai con la guerra gli avevano tolto tutti i sogni, tutte le passioni che non potevano più coltivare, e le emozioni, di cui ormai ne era rimasta solo una, la paura. 

Di fronte a questa situazione provo timore che l’esercito russo non si fermi qui e voglia ancora conquistare  territori altrui, ma spero che la guerra si concluda in modo pacifico”. 

Thomas Martinelli 1F 

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“La scena dell’addio tra Ettore e Andromaca mi fa molta tenerezza perché riescono a ridere anche in una situazione così , però mi fa provare molta tristezza perché non si rivedranno mai più. Parlando della realtà, questa situazione è molto grave. La foto di un uomo ucraino che saluta la moglie e il figlio forse per l’ultima volta visto che deve andare in guerra mi suscita moltissimo sconforto perché questa è la realtà e non un mito. Se fossi la moglie di quel soldato ucraino non saprei più che fare pensando che dovrei lasciare mio marito in guerra e andarmene via senza di lui , proverei molta rabbia anche nei confronti della guerra e piangerei perché perderei mio marito. Nel quadro di De Chirico secondo me i personaggi di Ettore e Andromaca sono rappresentati come manichini perché potrebbero rappresentare i resti dei due personaggi dopo la guerra. Io ho molta paura di questa situazione perché se scoppiasse la terza guerra mondiale e ci dovessimo nascondere nei bunker mi dividerei da mia mamma o da mio babbo visto che sono separati e ho moltissima paura per questo motivo, non riesco proprio a non pensarci . Spero che Putin smetta questa guerra perché tutti i ragazzi devono godersi la loro adolescenza  e avere un futuro: l’unica cosa che dobbiamo fare è sperare che la guerra finisca e che scoppi la pace”. 

Chiara Meshau 1F 

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“Questa scena tra Ettore e Andromaca mi ha suscitato molta tristezza perché l’eroe deve andare a combattere e lasciare sua moglie e suo figlio da soli . Il personaggio che mi ha colpito di più è Ettore, perché anche se sa di morire lui combatte lo stesso per il suo popolo . Penso che la guerra che c’è in questo momento tra Russia e Ucraina stia rovinando tante famiglie in cui fratelli e padri devono salutare forse per l’ultima volta la mamma o la sorella . La foto in cui un soldato ucraino deve salutare sua moglie e il suo figlioletto mi suscita tanto dolore perché penso cosa si deve provare a stare nei panni di loro che soffrono ogni giorno, con la paura che il padre muoia. Secondo me il pittore De Chirico nel suo quadro ha disegnato i personaggi come manichini per fare capire che l’abbraccio sarà eterno nonostante la separazione . Di fronte a questa situazione ho paura che muoiano tante persone innocenti e si rovini una nazione, ma le mie speranze sono che gli oppressi riusciranno a vincere perché anche se con difficoltà e paura di essere sconfitti vanno avanti” . 

Sheryl Musotto 1F 

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“La storia letta in classe, la scena dell’addio tra Ettore e Andromaca, mi suscita tristezza perché pensare ad un uomo che va a combattere e lascia la sua famiglia è devastante, soprattutto per le persone che lascia. 

Nella storia il personaggio che mi ha colpito di più è Ettore, perché è stato molto coraggioso a prendere una decisione tanto difficile, nonostante questo è andato comunque a combattere per proteggere il suo popolo e soprattutto la sua famiglia. 

Anche la foto di cronaca, dove c’è il soldato ucraino che saluta moglie e figlio forse per l’ultima volta, mi suscita una grande tristezza. 

Non riesco ad immedesimarmi in loro, ma se fossi uno dei soldati, penso che continuerei a combattere per il mio paese. 

Secondo me nel quadro di Giorgio De Chirico Ettore e Andromaca sono rappresentati come dei manichini perché la guerra è come se avesse spazzato via i loro corpi e fossero rimasti pietrificati, trasformandosi in esseri senza vita. 

Io ho paura di questa situazione perché potrebbe diventare una guerra atomica e le mie speranze sono che finisca al più presto, perciò cerco di pensare sempre positivo”. 

Dario Palloni 1F 

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“L’addio tra Ettore e Andromaca mi suscita molta tristezza e compassione, perché Ettore sa già che sarebbe stato ucciso e che quello sarebbe stato l’ultimo saluto alla sua famiglia. Il personaggio che più mi colpisce è Ettore, perché ha il coraggio di andare a combattere pur sapendo di morire. 

Le stesse emozioni  le ho provate anche guardando la foto del soldato ucraino che saluta forse per l’ultima volta la propria famiglia. Questo pensiero è molto frequente ogni volta che vedo una persona per strada: noi possiamo camminare senza problemi e penso invece che in Ucraina una persona che cammina per strada ha paura perché sa che da un momento all’altro potrebbe avvenire un bombardamento. A volte provo a immedesimarmi in quei bambini che da un giorno all’altro si sono trovati in una guerra vera, dove hanno perso la loro casa e forse anche i loro familiari e allora penso di essere un bambino fortunato. Se fossi un protagonista di questa scena, penserei agli ultimi due anni vissuti, dove tutto il mondo era in crisi e dove sono morte migliaia di persone, ed avrei evitato che tutto questo potesse accadere, ma comunque la guerra non si dovrebbe fare a prescindere dai problemi tra nazioni o paesi, bisognerebbe risolvere i problemi discutendone. 

I personaggi del quadro di De Chirico secondo me sono rappresentati come dei manichini, perché il pittore vuole farci capire che le persone in alcuni paesi sono sottomesse e non hanno libertà, come ad esempio durante le guerre, dove le persone si ritrovano in queste situazioni senza averne colpa e si ritrovano a perdere tutto quello che hanno. 

La mia paura è che per salvare l’Ucraina qualche nazione si intrometta e che la guerra si possa ampliare. La mia speranza è che una mattina mi svegli e accendendo la televisione senta dire che la GUERRA è finita”. 

Mattia Pecorelli 1F 

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“L’episodio raccontato in classe mi suscita molta tristezza nei confronti sia di Ettore che di Andromaca: per lei perché non ha più parenti e quindi ha paura di rimanere sola, per Ettore perché deve lasciare la moglie e il figlio per proteggere la  patria e non, come Achille, perché vuole combattere solo per avere  gloria. Il personaggio che mi colpisce di più è Ettore, per il suo coraggio, poiché non è da tutti lasciare moglie e figlio per proteggere la propria città.       Purtroppo ciò che stiamo vivendo in questo momento non è un mito ma la realtà: la guerra in Ucraina sta dividendo molte famiglie, perché il padre molte volte deve andare a combattere e forse potrebbe non rivedere il figlioletto e la moglie, come nella foto sopra. Questa cosa mi rende triste poiché nel 2022 non si possono ancora vedere guerre. Io se fossi un adulto ucraino dovrei per forza arruolarmi come militare e proteggere la mia patria, come ha fatto Ettore ma, come lui, dovrei lasciare la mia famiglia e tutto ciò che amo. Ritornando a Ettore e Andromaca, alcuni pittori hanno fatto molti quadri a riguardo, uno in particolare è De Chirico, che ha disegnato Ettore e sua moglie come dei manichini, secondo me perché la guerra ha rimosso dalla vita delle persone tutto ciò che gli piaceva per esempio sogni, passioni e hobby. Io temo che la guerra in Ucraina non sia una cosa lontana, ma più vicino di quanto pensiamo, ho molta paura che scoppi la terza guerra mondiale, per questo spero che finisca tutto bene con l’Ucraina che respinge la Russia, e che quest’ultima poi ritiri tutte le truppe dal suolo ucraino”. 

Alessandro Di Paola, 1F 

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Io non capisco Ettore che preferisce andarsene invece di rimanere con il figlio e la moglie. È strano che un babbo parta per andare in guerra; a me non è mai successo e spero che non mi succeda mai.
Piangerei tantissimo.
Quella di Ettore e Andromaca è solo una vecchia storia, ma oggi in Ucraina c’è davvero la guerra e mi sembra impossibile che dei babbi salutino i loro figli e le loro mogli. Mi sembra impossibile perché non sta succedendo qui. Se la guerra fosse ad Agliana, allora penso che sarei disperata e tanto tanto impaurita.

Sofia Sandre 1F

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A me questo episodio fa molta tristezza perché Andromaca sta per rimanere da sola con il bambino.
Mi fa arrabbiare il fatto che Ettore vada via.
Se il mio babbo partisse per la guerra io sarei arrabbiatissima.
Mi dispiace tanto per le persone che sono davvero in guerra e per tutte le mamme e i bambini che devono salutare i loro babbi o i loro fratelli maggiori.

Amber Babar 1F

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La scena dell’addio tra Ettore e Andromaca suscita in me una grande tristezza, perché il marito e padre del piccolo saluta la sua famiglia che forse non rivedrà mai più.  Sono colpito dal comportamento di Ettore, che nonostante le ripetute raccomandazioni di Andromaca, non cambia idea e procede per la sua strada.  

La foto del soldato ucraino suscita in me lo stesso sentimento, sta accadendo in questi giorni e non in un mito raccontato. 

Purtroppo da qualche settimana, queste sono immagini giornaliere, molto drammatiche e reali. Famiglie distrutte e famiglie divise in cerca di luoghi più sicuri, mentre gli uomini restano in Ucraina a difendere la loro patria, rischiando la vita. 

Se io fossi nella stessa situazione non credo che riuscirei mai ad abbandonare la mia famiglia. 

Proteggerei i miei cari e rimarrei con loro piuttosto che prendere le armi. 

La guerra è devastante e distruttiva. Toglie e spazza via tutto: case, famiglie, amici, abitudini e sogni. Secondo me De Chirico quando ha realizzato questo dipinto voleva trasmettere anche a noi che la guerra è disumana, disegnando non uomini ma manichini. 

Ho il timore che questa invasione possa trasformarsi in una terribile guerra mondiale. 

Spero vivamente che questo non accada e che questo conflitto possa finire al più presto, senza più morti inutili. 

Lorenzo Pierattini 1F

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La scena di Ettore e Andromaca mi suscita tristezza se penso alla donna, mentre penso al coraggio da parte del padre nell’affrontare gli Achei con tanto ardore e forza. 

Il personaggio che mi colpisce di più è Ettore perché anche se morirà ha dimostrato al suo popolo di essere una persona forte e coraggiosa che non si tira mai indietro. 

La foto del soldato ucraino mi suscita compassione e dispiacere per la moglie e il figlio perché non sanno se il padre potrà ritornare salvo e se lo rivedranno mai più. 

Se fossi il protagonista di questa scena andrei in guerra a combattere per salvare il mio popolo e per dimostrare che non mi sono tirata indietro:  anche se morissi almeno ci avrei provato. 

Secondo me, nel quadro di De Chirico i personaggi sono rappresentati come dei manichini perché ora gli esseri umani hanno sviluppato la tecnologia e molte altre cose, ma l’istinto della guerra e di combattere ancora lo hanno e quindi il pittore li ha rappresentati come oggetti e persone che hanno tante capacità ma che stanno rovinando il pianeta. 

La mia speranza di fronte a questa situazione è che l’Ucraina vinca, ma anche se perderà almeno ci ha avrà messo forza e molto coraggio. 

Elisa Petruzzi 1F 

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A me ha colpito più di tutti Ettore, perché invece di restare sulla torre insieme a sua moglie e suo figlio, vuole andare a combattere per salvare il suo popolo e la sua famiglia. Per questo lo stimo tanto per il suo coraggio.  

La foto mi suscita tristezza perché può anche morire e quindi non rivedere più la sua famiglia. Mi fa paura pensare che ci sia una guerra creata da una persona incosciente vicino a casa nostra, dove possono morire molte persone compresi molti bambini che con la guerra non c’entrano niente. Penso che loro abbiano molta paura vedendo le loro città distrutte e per il fatto di dover scappare in un altro paese o lasciare la casa dove sono nati.  

Il quadro di De Chirico rappresenta due manichini, illustra due persone immobili e senza niente, come se la guerra gli avesse tolto tutto e loro fossero impotenti. 

Le mie paure sono che Putin non si accontenti solo dell’Ucraina e che voglia occupare altri Stati e per questo possa causare la terza guerre mondiale. La mia speranza è che trovino una soluzione al più presto e smettano di fare la guerra. 

Matteo Macelloni 1F 



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